Assicurazione sanitaria per freelance in Italia: quanto costa davvero ogni anno?
Se lavori in proprio, sai bene che se ti ammali non c’è il “permesso retribuito”.
E se succede qualcosa di serio, rischi di restare fermo… e senza reddito.
Per questo tanti freelance si stanno chiedendo:
“Ma conviene avere un’assicurazione sanitaria privata? E quanto costa all’anno?”
In questo articolo ti spiego tutto: coperture, costi reali, cosa guardare e quando ha senso farla.
Chi ha davvero bisogno di una polizza sanitaria da freelance?
Chi lavora da solo spesso non ha alcuna copertura sanitaria aggiuntiva.
Solo il Servizio Sanitario Nazionale, con le sue liste d’attesa.
Quindi:
Se hai una partita IVA e non sei inquadrato in un contratto aziendale
Se sei un libero professionista (architetto, consulente, grafico, ecc.)
Se lavori in regime forfettario o ordinario
… probabilmente sei tu a dover pensare alla tua salute.
Cosa copre una buona polizza sanitaria?
Dipende dalla compagnia e dal tipo di polizza. Ma in generale può includere:
Visite specialistiche (anche private)
Esami diagnostici (risonanza, TAC, analisi)
Ricoveri in cliniche convenzionate
Interventi chirurgici
Cure odontoiatriche e fisioterapia (in alcuni casi)
📌 Esempio pratico:
Devi fare una risonanza urgente.
Con il SSN potresti aspettare mesi.
Con una buona polizza, vai in clinica privata e la paghi solo con il rimborso (o niente, se c’è la convenzione diretta).
Quanto costa all’anno una polizza sanitaria per freelance?
Dipende da:
Età
Stato di salute
Coperture scelte
Eventuali franchigie o massimali
Ma per darti un’idea, ecco le fasce medie:
Più spendi, più hai libertà di scelta tra medici e strutture, meno vincoli.
Come si sceglie quella giusta?
Ecco 3 cose da guardare sempre:
Cosa copre davvero: controlla se include ricoveri, visite, diagnostica, day hospital.
Tempi e modalità di rimborso: alcune lavorano solo a rimborso, altre in convenzione.
Limiti e franchigie: occhio ai massimali, esclusioni, età limite.
💡 Un consiglio?
Fatti spiegare tutto in modo semplice. Se non capisci il contratto, forse non è la polizza per te.
Esistono alternative?
Sì. Alcune possono essere una buona soluzione:
Mutue sanitarie (es. cooperativa Cesare Pozzo): meno costose, ma spesso più lente nei rimborsi.
Fondi di categoria (es. ENPAP, Inarcassa): alcune casse offrono coperture sanitarie incluse.
Convenzioni collettive: se fai parte di un’associazione, verifica se c’è una polizza scontata.
Quando NON ti conviene farla?
Se hai già:
una polizza aziendale attiva (raro per freelance)
un fondo sanitario integrativo che copre bene tutto
Oppure se:
sei molto giovane e fai solo 1-2 visite l’anno → forse meglio risparmiare oggi, ma valuta comunque.
In conclusione
Un’assicurazione sanitaria non è obbligatoria, ma per chi lavora in proprio può fare la differenza.
Hai un costo annuo, certo.
Ma eviti di restare scoperto nei momenti più difficili.
E in molti casi, una visita privata urgente costa più della polizza stessa.
❓FAQ
La polizza sanitaria è obbligatoria per chi ha partita IVA?
No, ma è fortemente consigliata per tutelarsi da spese impreviste e tempi lunghi del SSN.
Meglio una polizza con rimborso o convenzione diretta?
Dipende: la convenzione è più comoda, ma non tutte le strutture sono incluse. Con il rimborso hai più libertà ma anticipi i soldi.
Esistono polizze sanitarie su misura per freelance?
Sì, molte compagnie hanno prodotti pensati proprio per lavoratori autonomi e partite IVA.
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